venerdì 3 febbraio 2017

|Che accidenti ho visto ultimamente?| I am a Hero, I am Not a Serial Killer, The Den, Miss Peregrine, Train to Busan, Dominion, Piccoli Brividi, Pitchfork, Justice League Dark, Split, Incarnate

Ed eccoci quà. Film visionati a Gennaio 2017. Com'è questo 2017? Per ora ricorda molto il 2016. Problemi, problemi e ancora problemi. Si dorme poco, si lavora molto, e si vive poco. Ma l'unica cosa che bisogna fare è stringere i denti, bestemmiare internamente e tirare avanti. E il cinema aiuta. Insomma lo sapete che è la mia valvola di sfogo preferita, no?


I AM A HERO

Tratto da un manga recente, una nuova occasione per ripiombare nel mondo post-apocalittico in mano ai morti viventi. Nei primissimi minuti con qualche scena ben assestata conosciamo il nostro protagonista, Hideo - e abbiamo modo di scoprire che tipo è : un sognatore. Lavora nei manga, e il suo sogno è quello di riuscire a sfondare...un giorno. Ma ormai è arrivato ai 35 anni e dopo l'ennesima respinta da un editore in una convention, la fidazatina si stufa, e arriva a sbatterlo fuori di casa. Meno male che proprio in quel momento, esplode l'outbreak Romeriano, e il contagio si diffonde in fretta, tanto che il giorno dopo, sia la fidanzata, che i colleghi in ufficio sono già carne morta. Scappando - ovviamente, incontrerà vari personaggi, e la narrazione si trascinerà per le sue 2 ore nei soliti clichè, compreso l'assedio finale in una zona commerciale. Arriverà un momento dove Hideo deve scegliere se utilizzare per davvero quel fucile che per tutto il film ha solo fatto finta di saper usare. Bel finale, bella metafora sul tirare fuori i cosiddetti (ci mette un pò troppo, però) e curiosa la versione dello zombi-atleta. Almeno un pizzico di novità. VOTO: 3 /5



I AM NOT A SERIAL KILLER

Se c'è un attore da stimare, è sicuramente Christopher Lloyd. Se Doc Brown di Ritorno al Futuro e Zio Fester della famiglia Addams sono personaggi che da soli bastano per lasciare qualcosa nell'immaginario collettivo, ecco che lo troviamo lo stesso in produzioni piccolissime, e molto spesso di genere horror. Penso a Dead before Dawn, i due Piranha moderni e adesso questo I am not a serial killer, dove Lloyd è semplicemente un settantenne in pensione, ma il suo vicino, un ragazzino sociopatico con qualche problemino di adattamento, sospetta che lui sia un pazzo omicida. La verità non è proprio questa, il disegno in effetti è un pò più grande, e non è neanche troppo un mistero, in quanto viene svelato nella prima metà. Ma ciò che conta è che il film scorre bene, piacevole quanto basta, ma una volta visto lascia veramente poco allo spettatore. Lloyd si conferma come un ottimo attore, professionale e quello che volete, ma scommetto che un film simile, se avesse anche una sceneggiatura scritta come si deve, e un coprotagonista di un altro livello, chissà...poteva venir fuori un piccolo cult. VOTO: 2.5/5


THE DEN

Per chi volesse ancora il mix "social network+horror" dopo Unfriended e Friend Request, può provare a cercare questo Den, dove una ragazza prenderà una borsa di studio per un esperimento sociale, che la vede impegnata nel chattare con quante più persone possibili da tutto il mondo, tramite la videochat di un'applicazione - the Den, appunto. Ma al solito, dopo la solita fiera di cazzi e pervertiti, becca l'account strano che la perseguita, gli accende il computer, gli accoppa gli amici e via dicendo. Nel finale c'è il rischio che ci restate male, delusi o soddisfatti, dipende molto da quello che vi aspettate. L'unica cosa che vi posso dire è che rispetto ai 2 fratellini dello stesso genere, qui si và decisamente sul reale, e non sul soprannaturale. Siete avvertiti. VOTO: 2.5/5 


MISS PEREGRINE

Semplicemente il punto più basso della carriera di Tim Burton. Per chi scrive è peggio della Fabbrica di cioccolato, peggio del remake del Pianeta delle scimmie, peggio di quella roba di Alice in Wonderland. Il primo campanello di allarme arriva fin dai titoli di testa, che di solito sono sempre una specie di minicortometraggio a sè. Bene, qui sono fiacchi persino quelli, non c'è Danny Elfman e si sente. Poi incontriamo i nostri protagonisti anonimi ed intercambiabili, e nemmeno il villain, interpretato dal grande Samuel L. Jackson, riesce a salvare la baracca. Anzi credo che si sia solo coperto di ridicolo. Tra buchi di sceneggiatura, scarpette in ferro che compaiono all'occasione, musica unz unz, scheletri in computer graphic che se li vede Harryhausen cava gli occhi a qualcuno, e un finale alla pari con il resto del film (cioè fiacchissimo e scontato), Burton ci dona quest'opera di puro marketing, fatta solo per vendere il libro, e agganciandosi con il suo cinema solo per l'idea in sè del freak o dell'escluso. Lo aveva detto decisamente meglio anni fa, e mi dispiace, ma ci sono rimasto malissimo. Ha avuto pure le palle di metterci la faccia (mi è sembrato di vederlo su una giostra verso le scene finali, ma spero di sbagliarmi). VOTO: 1.5 /5


TRAIN TO BUSAN

Una piccola rivelazione questo treno per Busan. Ovviamente sappiamo tutti quanto accidenti sia difficile cavare qualcosa di nuovo da un genere saturo come quello dello zombie-movie. Eppure, questo film coreano, qualcosa l'ha comunicato. Che l'uomo è una merda. Più o meno lo stesso messaggio che diede Romero nel 68 con il film-manifesto di questo sottogenere. Novità dunque? Assolutamente No. Qui però diciamo che l'uomo di merda, oggigiorno, campa sicuramente più di quelli umili, è sufficiente calpestare tutti e non guardarsi indietro. Ed è questo che succede ad un gruppo di persone rimaste nel treno per Busan, quando un virus contagia diversi passeggeri e, tra i vari protagonisti, seguiamo da vicino la vicenda di un papà distratto che cerca di portare sua figlia dall'ex-moglie per il suo compleanno (nel quale gli regala la nintendo Wii...per il secondo anno di fila! ma si può?) Il film dura quasi 2 ore, come tutti i film coreani, e i momenti alla George Romero si sprecano, compreso il finale, che però dopo tanti kleenex, lascia anche un sospiro di sollievo. E io che da pessimista cosmico che sono, volevo il colpo finale. VOTO: 3.5 /5


DOMINION - PREQUEL TO THE EXORCIST

Gran bel casino, questo. Avete mai visto "L'esorcista- La Genesi"? Film del 2004 diretto da Renny Harlyn, il regista di Die Hard 2 e Nightmare 4. prodotto dalla Warner Bros, 4°capitolo della saga dell'esorcista che vede un giovane padre Merrin alle prese con il maligno? Bene. Dovete sapere che prima di quel film, ne esisteva un altro, sempre della Warner, girato negli stessi set, con lo stesso cast e la stessa storia, ma con un regista diverso, Paul Schrader. Al 90% delle riprese, la produzione fu interrotta, la Warner s'incazzò per uno screening dove giudicò il film come una merda, e spedì Schrader a casa con un calcio in culo. Ingaggiò Harlyn per finire il film, ma questo praticamente l'ha rigirato da capo, ovviamente con un sacco di costi aggiuntivi. Anni dopo, grazie ai fan, è spuntata la versione di Schrader in dvd. Che dire, vedetela per completezza, ma è veramente una merda. E pensare che non è bello nemmeno quello di Harlyn. Per carità, gli attori ci provano, il cast è ok, Stellan Skarsgand va anche bene, però la sceneggiatura è fiacca, Pazuzu è assente, il male è in vacanza e gli effetti speciali sono nulli. Nella versione "cazzuta" (per modo di dire) di Harlyn c'è più "boom-boom" e almeno mantiene quel minimo di spettacolo assicurato, mentre la versione Schrader, volendo essere più celebrale, fallisce miseramente secondo me. Ma magari sono stupido io, perchè molti ne hanno parlato bene. VOTO: 2 /5


PICCOLI BRIVIDI

Tratto dalla famosissima serie di libri che nella seconda metà degli anni 90 abbiamo letto tutti, ecco il tanto atteso film di Goosebumps! C'era anche una serie tv per chi se la ricorda, dove ogni episodio riassumeva uno dei vari racconti, ma ad ogni modo non è nulla rispetto a quello che vi aspetterà alla visione del film. Tanto per cominciare  c'è Jack Black, e non fa il solito personaggio cicciotello simpatico, ma interpreta proprio quel R.L. Stine dei vari libri, che qui -attenzione- sono magici, e i mostri di ogni racconto rischiano di venire fuori senza il signor Stine a fare da guardia. Questo perchè...si sono scordati di scriverlo. Il resto è la sagra dello scontato. C'è il ragazzino appena arrivato in città, il nerd parecchio sfigatello (e il doppiaggio non aiuta) che gli si appiccica al culo, la vicina innamorata, la zia "simpà" che fa battutine easy...no, niente - il clima è quello del remake di ghostbusters, altro prodotto sfornato dalla sony nello stesso anno. Sono film che non fanno male singolarmente, anzi riempono le serate, e se sei abbastanza rincoglionito, riescono anche a strapparti un sorriso. Ma nell'insieme ci fanno solo ricordare di come il cinema sia morto da anni. VOTO: 2 /5 


PITCHFORK

La tagline recita: Ogni generazione ha il suo boogeyman. Cazzo, speriamo di no, perchè se il povero cristo di Pitchfork è l'incubo della generazione corrente, siete proprio messi male. Pitchfork è un prodotto amatoriale. Su questa base, è inutile lanciarsi in una recensione negativa come un panzer che viaggia a 300 su un muro umano. No. Però Pitchfork mi ha fatto incazzare, perchè è uno slasher pigro. E' pieno di figa, tanto per cominciare, ma in ogni scena le ragazze fanno finta di rivestirsi dopo una scena di sesso (mai effettivamente girata, neanche nell'anticamera del cervello del regista), per poi regalarci un pò di non-recitazione prima di finire coperta di colorante alimentare allungato con lo sciroppo d'acero. Il tutto in una location di campagna, dove il giorno è fottutamente colorato, con dei colori sparatissimi e i contrasti super-accesi, e nella notte invece ci sono i benedetti riflettori piazzati così vicini da rendere impossibile il calare dello spettatore nella messa in scena. No, ragazzi, pitchfork è una porcata, e mi dispiace perchè la semplice idea del solito prodotto della famiglia disfunzionale alla Non aprite quella porta /psycho, poteva funzionare, -come sempre- e il look non era neanche malvagio. Ma ci sarà un motivo, se qualcuno è regista e qualcun altro no. VOTO: 1 /5


JUSTICE LEAGUE DARK

Nuova avventura per Batman, ma stavolta senza i suoi soliti amichetti della Justice League. Perchè quando si tratta di magia, anche i più grandi si ritirano, e si fanno avanti i poveracci rimasti sul fondo del barile della Dc Comics. Quindi fuori Superman, Flash e Wonder Woman, e dentro John Constantine, Deadman e Zatanna. Più le sporadiche apparizioni di Etrigan e Swamp Thing. Un prodotto per tutte le età ovviamente, Constantine non fuma e non dice parolacce, come ormai cercano di farci abituare, e Batsy se ne stà tutto il tempo in un angolino a ringhiare perchè in fondo, lui con quel gruppo non ci azzecca nulla. Divertente lo stesso, anche per quelli che andranno a googlare i vari personaggi che hanno idea chi accidenti siano. VOTO: 3 /5 


SPLIT

Ne parlano tutti in questi giorni, pertanto ho deciso di staccare quei 7€ per vederlo al cinema. E non ci vado per il sottile con Shyamalan: l'ho stroncato un sacco di volte su questo blog, ma solo perchè gli volevo bene. E quando vuoi bene a qualcuno, ti fa incazzare cento volte quando ti pugnala alle spalle. Il sesto senso, Unbreakable e Signs. Piccoli film, grandi star, tutti incentrati sul benedetto twist finale. E tutti che hanno fatto piovere una vagonata di soldi in casa Shyamalayn. Poi i passi falsi, come Lady in the Water, The village...che ammettiamolo, non sono stati capiti. Poi, la merda a spruzzi. Da E venne il giorno, fino a "L'ultimo Dominatore dell'aria", After Earth non ne ha presa una. Star più grandi, budget colossali, e nessuna idea. Un ritorno alle origini con l'aiuto di Jason Blum, che con due soldi gli ha fatto fare The Visit. E ora la conferma (si, lo diciamo) con questo Split. Anche se la gente al solito, esagera. Va bene, sono contento anch'io, ma ammettiamolo tutti: Split è un buon film, ma non è che vale la metà di un Sesto senso o Unbreakable. E no, nemmeno il collegamento con quest'ultimo (strizzatina d'occhio al mondo dei cinecomics, dove devono per forza collegare tutto?) mi sconvolge più di tanto. Una prima parte eccessivamente lunga e noiosa, per poi svegliarsi quel tanto che basta che liberare McAvoy come si deve. 24 personalità e per tutto il film vediamo sempre quelle 4 o 5. E la più interessante è quella del bambino di 9 anni. Per il resto siamo sempre dalle parti di Psycho, non c'è nulla di nuovo. E film sulle personalità multiple ne abbiamo parecchi, Raising Cain/Doppia Personalità, Shutter Island, The Ward, giusto per spararne qualcuno - e dietro la macchina da presa c'era De Palma, Scorsese, Carpenter...sembra un argomento che piace molto a certi registi del brivido, solo che per fortuna di Shyamalayn, i ragazzini di oggi non sembrano ricordare nulla, e apprezzano di più. Comunque buono, dai. VOTO: 3 /5


INCARNATE

Jason Blum continua ad essere una macchina da guerra nata per produrre horror su horror. E' il Roger Corman del nostro millennio, e possiamo solo dargliene atto. Quindi se per ogni Insidious, Le streghe di Salem, ci scappa qualche cagata, non dobbiamo incazzarci. Lui è sincero al 100% con i suoi registi. "Non ti tocco la storia, ma il budget è questo". A volte è un peccato perchè certe storie possono dare molto di più in altri ambienti. E' forse è il caso di questo Incarnate. Un ennesimo possession-movie con la peculiarità di voler scopiazzare un pò l'inception di Cristopher Nolan. E infatti c'è Aaron Eackhart (il due facce de il cavaliere oscuro) che riesce a calarsi nella mente del posseduto per scacciare il demone dal suo corpo. Poi si, ci sarebbe anche una vera trama, ma preferisco non dire niente per quei due o tre che vogliono vederlo. Il film non è nulla di speciale, l'attore grosso c'era, ma purtroppo la sceneggiatura è quello che è. VOTO: 2.5 /5

E il primo mese è andato! Al solito, se la lettura vi è piaciuta, condividetela!

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