lunedì 14 novembre 2016

|Report| Weekend Of Hell 2016

Che paura quest'ottobre. Seriamente, le scosse di terremoto sono state terribili. Tornare a casa dopo una dura giornata di lavoro e vedere tutta la stanza tremare, con il televisore che oscilla e le action figure che cadono come pere, è un esperienza bruttissima. Ancor peggio la scossa di domenica mattina, che ci ha svegliato brutalmente. Cosa fai in quel caso? Al primo piano è facile, esci e preghi. Ma al quarto piano non fai niente, ti metti sotto l'arco della porta o sotto ad un tavolo e guardi quello che succede. Sono pensieri come questi che mi hanno fatto dire un grosso "Vaffanculo a tutto". Possibile che uno deve lavorare per tutta la vita e poi magari perdere tutto con un soffio? E per motivi come questo abbiamo deciso all'ultimo di partire per Oberhausen, come lo scorso anno. La meta, era di nuovo il Weekend of Hell, la convention che racchiude in 3 giorni una manciata di attori del mondo del cinema horror, più bancarelle, proiezioni e quant'altro.




Inutile dire che nel corso dell'anno ci avevamo pensato, specie dopo certi grossi nomi che avevano sparato. Ma è anche vero che più si avvicinava, più i suddetti ospiti annullavano la partecipazione. Nomi come Tom Savini e Bill Moseley, ma anche Peter Weller, Dave Prowse, Danielle Harris e Dick Warlock. Chi per impegni di lavoro (Savini e Weller) chi perchè non se la sente perchè "troppo vecchi" (Warlock e Prowse) più la Harris che era incinta. L'unico ingiustificato è stato Bill Moseley, che semplicemente ha scritto su facebook e twitter "io non ce vengo". Pazienza, dai, l'avevo conosciuto ad Orvieto nel 2011 e non era proprio una persona gentilissima. Ma il Big era lui. John Carpenter. Lo avevamo incontrato a Torino dopo il suo concerto, ed è stata un emozione vera, pura. E pensare che in questa vita del cazzo tutto si può spegnere in un attimo, per un uragano, un terremoto, un incidente...e quindi abbiamo pensato che non è giusto rinunciare a momenti simili. Specie se non è impossibile. Allora al diavolo tutto.

LA PARTENZA

Stesso albergo, stessa location, diverso tutto il resto. Si parte.
All'andata giungiamo a Bologna, seguiamo per l'aereoporto e ci dirigiamo verso l'aereo. Sembrava la scena di Fantozzi: la navetta che cammina e noi che diciamo "è questo l'aereo? no..allora è questo? No..." fino a fermarsi praticamente ad un pullman con le ali. Pardon, con le eliche. Sembrava l'aereo de "I predatori dell'arca perduta", avrà avuto si e no 40 posti, e quasi che non c'era nemmeno lo spazio per il bagaglio a mano. Di conseguenza, tutto nella stiva, per poi ridarci le valige davanti all'aereo, proprio come fanno sugli autobus. Un pò triste ma arriviamo sani e salvi. 



Giungiamo all'aereoporto di Dusseldorf, quello principale, e cerchiamo di capire come arrivare alla stazione dei treni. Funziona tutto benissimo, c'è lo Skytrain diretto, una specie di funivia che collega aereoporto, parcheggi e stazione. Da lì dritti per Oberhausen, fino allo stesso albergo dello scorso anno. Stavolta tutto di giorno, e senza pioggia. Che goduria. Ceniamo al Louisiana, dopo un giro veloce per i centri commerciali. Saccheggiamo il Saturn, ma la botta più grossa, l'abbiamo data ad una videoteca, che appunto era colma di blu ray ex-noleggio dai 5 ai 7€ con lo sconto del 35%. inutile dire che abbiamo fatto una strage.

IL WEEKEND OF HELL

Una volta dentro era tutto come lo scorso anno. E scopriamo che un altro ospite ha dato buca, R.H. Mihailoff, il terzo Leatherface. E partiamo malissimo. All'entrata c'è uno stand al di fuori delle stanze della convention che dice di avere oggetti di scena originali usati nei film della saga di Nightmare. Sarà vero? 



Meglio darsi da fare con le guest. Per prima cosa ci fiondiamo verso Jeffrey Combs. Pamela lo abbraccia (tanto per cambiare), mentre io gli stringo la mano, dando poi via ai primi autografi.



Poi, più o meno nello stesso modo, ci presentiamo a Sybill Danning (Hercules, Howling 2), che cerca di sfilarci un centone per qualche autografo e dei dvd tarocchi, e con Tom Atkins e Adrienne Barbeau (entrambi su Fuga da New York, Creepshow e The Fog). C'è pure Natasha Henstridge, la bellissima Sil di Specie Mortale. E insomma passiamo il primo giorno (solo pomeriggio), un pò così, passeggiando tra le star e facendo tutti i photoshoot che avevamo deciso.
C'era quasi tutto il cast di 31, l'ultimo film di Rob Zombie, ovvero Torgen Voges, Pancho Muler, Lew Temple, David Ury, Richard Brake, Meg Foster e Jeff Daniel Philips. I primi due erano molto- troppo schivi, mentre gli altri 5 erano semplicemente simpaticissimi. Brake poco prima della foto con me, guarda la mia maglia di halloween e dice "Che capitolo è? uno...due" -il primo di Carpenter, gli dico. "Ah, li non ci sono". A pamela nella foto praticamente la alza, e non pensavo che ci riuscisse, visto che è magro come un chiodo. Meg Foster invece è pazza, non ci sono tante parole per dirlo. Faceva pose stranissime prima delle foto, per poi sembrare normale. E ti abbraccia stretto stretto! Poi c'è Jeff Daniel Philips, che ha pure autografato gratis a Pam la t-shirt delle streghe di Salem. C'era Ken Kirzinger, il Jason Di Freddy Vs Jason, che fregava le foto da Sharni Vinson (You're Next) in costume da bagno e ci disegnava col bianchetto la maschera da Hockey. Quando gli ho chiesto un autografo mi dice "ah, questa è la mia preferita, io sceglierei questa!" Simpaticissimo. Gli chiedo di Bad Moon, e mi dice "Il costume più caldo che abbia mai indossato. Vedevo da un buco minuscolo dentro la bocca della testa del lupo". Abbiamo parlato tantissimo con Hans Ulrich, un ragazzo frequentatore di questa convention da 4 anni, e infatti ci guidava un pò dappertutto.



Ha avuto le palle di regalare della cioccolata a Natasha Hensdridge, portanto a casa un bel " you bastard! you want to make me fat!" Non sò voi ma se cercate foto della Henstridge su google, negli ultimi tempi si era appesantita un pò troppo. Eppure li dal vivo è bellissima. C'era James Remar, il protagonista ed il villain  di The Collector, Robbi Morgan, la prima vittima del primo Venerdi 13, Harvey Stephens ovvero il piccolo Damien del primo Omen,  Sean Patrick Flanery, David De La Rocco e Tommy Flanagan. Chiudono il gruppo Leo Fafard (Wolfcop) Brendan Fletcher (Rampage) e Zack Ward (Postal). Insomma una bella festicciola.

LE ESPERIENZE

A proposito di festicciole, nel primo giorno Pamela voleva provare "la cena con le stars", così facciamo due biglietti e ci portano in un salone pieno di primi e secondi semifreddi. Il cibo era a volontà, mentre da bere si pagava. La gente poteva sedersi ai tavoli, e le star potevano sedersi vicino a te, da noi son venuti prima Torgen Vogens e Pancho Muler, poi Jeffrey Combs, solo per lanciare commenti alla Leslie Nielsen. (-"Dov'è il tuo fidanzato?" - "Volevo salutare questo tavolo!" -"Buoona la pasta!"), ma il top lo si è raggiunto quando si son seduti a fianco a me David Ury e Lew Temple. Abbiamo parlato di cibo, poi dell'aereo (si son fatti 11 ore di volo!) e infine, Pam ha cercato di insegnare qualche parola di Italiano. Praticamente nella sala c'è stato un momento dove tutti erano in silenzio a mangiare, e si sentiva solo il tavolo nostro con commenti tipo "ANVEDI QUESTO!" "LI MORTACCI TUA!", e quasi che si menavano. il tutto con in sottofondo musiche da film horror. Spettacolare. 



Unica cosa non si potevano fare foto o filmare. E la sicurezza era strettissima.
Il secondo giorno, era ancora meglio. Atterrava John Carpenter. Passiamo il pomeriggio a fare gli acquisti. Tanti, troppi acquisti. 3 magliette, una ventina di blu ray, 2 libri, 2 poster...ed è solo la mia parte!



Ci facciamo qualche altro autografo, un secondo a testa da Jeffrey Combs, per Pam anche il terzo, visto che uno  l'ha fatto a tradimento, scartando in un secondo il blu ray di Would you rather e marchiandolo col pennarello. Poi uno da Tom Atkins per me, e uno da Adrienne Barbaeu per Pam, che gli ricordiamo quanto era figa su The Convent. "sembravi Sigourney Weaver!" gli dico. "Si? grazie! Io però puntavo a Snake Plissken!" e vabbè.


Con Atkins invece Pam gli chiede com'era Bruce Campbell su Maniac Cop (giustamente). E lui si ricorda sempre come accidenti è possibile che lui parte come protagonista del primo, crepando a metà pellicola, mentre Bruce è protagonista del secondo, e lo stesso - muore a metà film! incredibile! Però anche lì una cosa che c'è piaciuta poco, l'omino a fianco a lui della crew, che fa il gesto di "tagliare corto". 



Insomma gli ospiti si annoiano, sono contenti di parlare con i fan. Ma la sicurezza quest'anno era un palo nel culo. Quando Pam ha chiesto l'autografo alla Henstridge, ben 3 volte un tizio a fianco stava lì' a ripetere la cifra. "yes, she's get it" gli ha detto a bassa voce Natasha. Sembrava che nessuno avesse scopato là dentro.



Una cosa che ci è piaciuta invece è la foto di gruppo. Se avevi il biglietto per tutti e tre i giorni, avevi la possibilità di fare una foto seduto in mezzo a tutti gli ospiti, stile gita scolastica.
La sera di sabato ci facciamo il nostro secondo concerto di John Carpenter, dopo una fila così lunga che scompariva nel buio. Abbiamo aspettato per un ora ad una temperatura di 0°, ma ne è valsa la pena (E c'era gente smanicata, come sempre). Anche lì una volta dentro ci esaminano fin dentro le chiappe, aprendo zaini e buste, ma finalmente, una volta entrati nel salone, siamo riusciti a piazzarci in primissima fila, dietro le transenne. Per la seconda volta, per giunta, proprio come a Torino. E il concerto è stato esattamente come ce lo ricordavamo. John Carpenter è carichissimo, è fantastico, e questo giro ha dato più spazio anche ai figli, lasciando esibire per un attimo da soli, sia Cody che Daniel. Brividi.



L'ultimo giorno, quasi che eravamo annoiati. Aspettavamo solo di fare la foto e l'autografo con Carpenter (che sarebbe stato lì' dentro solo per due ore) per poi andare via. Nell'attesa abbiamo chiacchierato con Steve Aquilina nel suo stand (il montatore dei Violent Shit) e con Simone e Silvia, una coppia simpaticissima che abbiamo conosciuto su facebook.



Parliamo di Carpenter. Fare la foto era un incubo. dovevi lasciare giacche e zaini da un lato, e fare una ventina di minuti di fila. Uno scatto solo - quindi tenere gli occhi bene aperti - non c'è una seconda chance. Non si parla, niente stretta di mano. Una merda. Ovviamente a Pamela l'ha abbracciata perchè era praticamente in cosplay da Sam Neill su il seme della follia. Ma a parte questo la cosa è stata di una freddezza incredibile. 



L'autografo in compenso era anche peggio. Anzitutto non si sapeva dove l'avrebbe fatto, ci hanno detto un punto, poi vista la poca gente ci è venuto il dubbio... e infatti avevano spostato il posto! Ci siamo ritrovanti in mezzo ad una fila chilometrica! Come se non bastasse, c'erano persone (della crew? amici? parenti?) che uscivano con più pezzi autografati, mentre lì dicevano che si poteva fare un autografo su un solo oggetto. Se volevi una foto dal tavolo, dovevi pure pagarla 3€. E come prima, "no handshake", "no video", "no talking". E neanche le dediche! Uno schifo assurdo. Diciamo che per il prezzo pagato non ne valeva assolutamente la pena.
Ci siamo svagati sugli stand allora. Con acquisti mirati e...no, niente abbiamo fatto un casino e basta. Tra le altre cose, Pamela ha provato il nuovo Resident Evil con il VR



Dice che è una cosa da urlo.

LA CONCLUSIONE

Alla fine del festival ci siamo accorti di aver preso decisamente tanta- TROPPA roba, e che sicuramente tutto non c'entrava in valigia. Pamela ha avuto la bella idea di prendere pure un action figure. Insomma, tra bluray, dvd, poster, t-shirt e gadget, avevamo a testa una valigia, due borse e due buste. Ci stavamo preparando al peggio per la scenetta dell'aereoporto. Anche perchè in Germania non ci vanno tanto sottili. Giusto prima di andare via abbiamo visto una bella scenetta da film con 4 poliziotti sopra un tizio che gridava, e un ambulanza piena. Comunque, lasciamo l'albergo e facciamo il tragitto fino all'aereoporto. Facciamo il check-in e tutto fila liscio. Al controllo sicurezza ci aprono tutto, ci esaminano fino alle caviglie, ma alla fine non ci tolgono niente. Troviamo il gate, ci sediamo, smanettiamo col tablet, ci riguardiamo i video (perchè li abbiamo fatti lo stesso) e ci chiamano per il volo di Bologna. Mentre ci attaccano la targhetta sulla valigia, Pamela mi dice: "Luca...non è John Carpenter, quello?" volto la testa e lo vedo. "Si, è lui." silenzio. "Andiamo a salutarlo!" dice Pam, e ci dirigiamo da lui. Gli stringiamo la mano, alla faccia della convention, e lui ci riconosce, che eravamo a Torino e tutto il resto. Ci rimettiamo in fila, per paura di perdere il volo.



Ma ancora c'era tempo. "Perchè non gli abbiamo chiesto un'altra foto? non dico gli autografi, perchè aprire le valige è un suicidio... ma una foto ci stava" dico io. E John si  alza dalla sedia. Sbircia i prezzi del ristorante-bar, poi viene verso di noi. "No, basta, è un segno, io ci provo."
"John, excuse me. Can we do a really...really- fast- selfie?" . "Sure."



E veniamo un pò nelle mutande. Sorrideva pure. Lo abbiamo ringraziato 50 volte, che nella convention era stato tutto troppo freddo e frettoloso. Tornate in italia? ci chiede. Si, un paio d'ore di volo. tu invece? una decina? "no, solo 75 minuti, vado a Parigi". "Ah già per l'ultima tappa del tour! "Esattamente." "sei il mio eroe." "Grazie!". Questa la mia ultima frase. Alla terza volta che l'ho incontrato sono riuscito a dirglielo.
E al ritorno, se l'aereo-pullman cadeva, non me ne fregava niente. Il mio sogno era incontrare il mio idolo, John Carpenter. E in un anno, nel giro di tre mesi, l'ho beccato tre volte. Ho tre foto, tre autografi e tre momenti scolpiti in testa. E due concerti. 
La morale è: la vita è una merda, e fa quasi tutto schifo. Se nel mezzo c'è qualcosa che vi fa stare meglio, che si può fare, che non è nociva per voi e non da fastidio a nessun altro, aggrappatevi ad essa. Si vive meglio.

Nota - Ho letto che John Carpenter al concerto di Parigi ha mandato affanculo Trump. XD

Nessun commento:

Posta un commento