mercoledì 1 luglio 2015

|Che Accidenti Ho Visto Ultimamente?| Batman Vs Robin, Insidious 3, Jurassic World, Maps to the Stars, Everly, The Human Centipede 3, John Wick, Area 51, Zombie Self Defense Force.

Negli ultimi appuntamenti con le mie mini-recensioni dei film visti recentemente, mi lamentavo di come un lavoro a tempo pieno abbia praticamente decimato il mio tempo libero. Ma come tutte le cose, basta farci l'abitudine, e imparare ad organizzarsi. Ecco quindi, che nel mese di giugno, sono riuscito a spararmi un bel pò di film, di cui un paio anche al cinema.

BATMAN VS ROBIN

La DC comics anni fa si era decisa a tirare fuori dal cilindro diversi lungometraggi animati, tramite una nuovissima etichetta, la DCAnimated. Ovviamente Batman ne è la punta di diamante, e titoli come Anno Uno, e le due parti di The Dark Knight Returns, hanno già fatto salivare di brutto un sacco di fan. Ma dopo aver tratto le storie più famose del cavaliere oscuro, ecco che hanno deciso di proseguire con quelle più moderne. E se lo scorso anno era Batman And Son, a introdurre il personaggio di Damian Wayne, figlio di Bruce Wayne/Batman e Talia Al'Ghul, in questo 2015 è la volta di Batman Vs Robin, che ripercorre più che bene la lunga vicenda de La Corte dei Gufi, dove una società segreta alla Eyes Wide Shut, vuole portare la pace a Gotham a modo loro, andando ovviamente contro i principi del buon Batman. Il giovane Damien/Robin però sembra molto più portato per la violenza, e la tentazione al lato oscuro è grande. La storia era di Scott Snyder ed illustrata da Greg Capullo (Spawn), e metteva insieme un pò di elementi classici tra il dinamico duo, c'era la voglia dell'allievo di superare il maestro, le difficoltà del povero Wayne nel comportarsi da padre oltre che a vigilante...e nella trasposizione animata tutto questo ovviamente è intatto. Non ci si annoia, ma nemmeno si grida al miracolo. Le animazioni sono a volte esagerate, come un anime giapponese,  il villain è noioso, la parte migliore del fumetto (Batman sotto droghe) poteva essere usata meglio, e quella finale è tutt'azione martellante. Da non perdersi Batman che dice qualcosa tipo "fuori da casa mia, figli di puttana" mentre entra in un'armatura tipo Hulkbuster di Iron Man. E poi oh, Damian non lo sopporto proprio. VOTO: 2 / 5

INSIDIOUS 3: L'Inizio

Fuori dalla sala le aspettative erano piuttosto bassine; niente James Wan alla regia, ma bensì l'amichetto Leigh Whanell, alla guida di un terzo capitolo che la butta sul prequel. Che non sapesse come continuare la saga? Che abbia davvero una storia da dedicare alle origini di qualche personaggio? Che volesse giocare sul sicuro raccontando lo stesso film trito e ritrito? O un mix di tutte queste cose? Poi però, quando si spengono le luci, decido di liberare la mente e di abbandonarmi al film. La prima parte, è tutta dedicata alla costruzione della protagonista, Quinn. Vediamo la sua vita insieme al padre, sappiamo che ha perso la madre, e che deve fare un provino per uno spettacolo. Ci va con un amica, ma in due non vedono una macchina che appare appena fuori dall'inquadratura a 100 Km/h. Doveva avere un dispositivo di mimetizzazione stealth accompagnato da un motore sperimentale mai messo sul mercato per non cacciare un suono fino all'urto con il corpo di una ragazza di 50kg. Comunque, la nostra viene dimessa dall'ospedale con le gambe ingessate, ma la guarigione in casa non sarà proprio una passeggiata...non quando "qualcuno" nell'altrove ideato da Wan ti stà cercando. E' un brutto film? Assolutamente no. Il fatto è che insidious 3 è tutto abbastanza scontatuccio: all'inizio la ragazza si reca da Elise (Lin Shaye), la medium vista nei due capitoli precedenti, per mettersi in contatto la madre morta, ma a quanto pare ha chiamato qualcun altro. Ovviamente anche se non ne vuole sapere più niente del suo dono, è ovvio che tornerà per provare a salvare la ragazza, e questo è l'unico motivo che tiene in piedi il film. Whanell gioca sul sicuro, reinterpreta anche lui lo stesso personaggio del ghost hunter, in coppia con l'amico nerd (notare la maglie di He-Man, e nemmeno il cartoon, ma il film con Lundgren!). E a spaventi come siamo messi? Non è James Wan, sia chiaro, ma qualcosa c'è anche qui. Peccato che il villain principale non abbia un minimo di appeal, e che invece i tizi che veramente ci gasavano (la donna velata e il demone del primo film) si limitino solo a delle comparsate, il secondo poi è proprio un contentino messo lì. Manca persino il famoso tema (Tiptou throught the tulips), eppure c'era nel trailer! Un fiasco dunque? Assolutamente No. Insidious 3 riesce comunque a divertire, ha una prima parte dedita all'introduzione/costruzione dei personaggi, per poi buttarsi sulla seconda metà con le passeggiate nell'altrove con la vera protagonista, Lin Shaye. L'unica che volevamo vedere in effetti, e deve essersi accorto anche Wahnell, visto che l'amichetta, il fidanzatino, i vicini e tutti i comprimari nel secondo tempo scompaiono senza lasciare traccia. Carino il cameo di Wan come regista nel teatro. VOTO: 3 / 5

JURASSIC WORLD

Sicuramente il film più chiacchierato di Giugno. Praticamente è stato detto di tutto su Jurassic World, con una maggioranza verso i commenti al vetriolo. Il fatto, è che il film punta tutto sul fattore nostalgia, giocando con lo spettatore al famoso gioco delle citazioni. Si ritorna nella sala del primo film dove il T-rex lottava con i raptor, si usa un pezzo del famoso striscione "quando i dinosauri dominavano la terra" per accendere un fuoco, ritroviamo la jeep (che funziona pure, dopo esser stata ferma 22 anni) messa in moto da due ragazzini in pericolo che non possono non ricordare il film originale. Ma la trama qual'è? Vediamo- aprono un parco su un isola con dei dinosauri creati geneticamente, solo che uno dei più cattivi si libera e fa un macello. Se ci pensate è la stessa, identica trama del primo film. E il fattore novità dov'è? Che qui, come dinosauro fuori controllo, abbiamo una specie che non esiste, in quanto è stata creata mescolando quà e là i geni più disperati, con il risultato di trovarsi di fronte a una specie di raptor gigante in grado di mimetizzarsi come un camaleonte, o di trovare-e staccarsi, i dispositivi di localizzazione sul proprio corpo. La maggior parte dei fan più incazzati, si sono concentrati solo su una cosa: gli effetti speciali. Tutti dicono che sono orrendi, che quelli di vent'anni fa rendono meglio. Il fatto in realtà, è che qui è TUTTA computer graphic, tranne nei primi piani della bocca dell'indominus rex,e i raptor quando sono fermi, più quello stegosauro morente. Per il resto sono un mucchio di pixel che pagano pegno per la correzione digitale del colore. Perchè i precedenti sembrano migliori? Il motivo è uno solo, e si chiama Stan Winston. é ovvio che quando c'erano le mani sue, si lavorava di più con gli animatronic, che con lo schermo verde. E questo è il primo film della saga senza di lui...che ci ha lasciato nel 2008, Che dite, si sente la sua mancanza? Prendete il film più odiato della trilogia, Jurassic park 3. Era tanto brutto? Aveva una fotografia dark, c'era la nebbia, era cupo e gli effetti speciali erano semplicemente fantastici, come nella scena dell'aereo. Poi certo Sam Neill non aveva molta voglia, e la coppia di genitori era da ammazzare nei primissimi minuti. Per non parlare del Dott.Grant che sogna un raptor che lo chiama per nome. Ma nonostante tutto questo viene voglia di rivalutarlo, di fronte a questo Jurassic World, dove le cazzate e i buchi di sceneggiatura abbondano, con Bryce Dallas Howard che corre per tutto il film nella giungla con i tacchi, Chris Pratt che si scambia occhiate piccanti con i raptor, il titolare del parco che invece di "non badare a spese" per una struttura da centinaia di milioni, non prende nemmeno un pilota di elicottero, i bambini che fanno un lungo tragitto in auto mentre Pratt e Dallas Howard arrivano nello stesso luogo A PIEDI. E sono partiti dopo. Vincent D'onofrio che fa la fine che tutti immaginano, per esigenze di copione, ma con un raptor che appare nella stanza, e decide di divorare proprio lui, senza che nessun soldato faccia fuoco per aiutarlo (eppure due inquadrature prima erano in almeno in tre...). Alla fine, compare anche il T-Rex, che arriva a 30cm da Bryce Dallas Howard SENZA MANGIARSELA. Insomma è un film al quale bisogna lasciarsi parecchio alla sospensione dell'incredulità, e i più esigenti, o i malati di cinema, possono anche arrabbiarsi per uno script poco incisivo. Ma bisogna ricordarlo, è un lavoro realizzato per fare breccia nel cuore dei bambini, per vendere i pupazzetti, i videogiochi, per far riscoprire la passione dei dinosauri, una cosa che tutti i maschietti quand'erano piccoli, ci sono passati... e per quanto il pubblico possa scocciare, si può dire che un sequel è più che necessario, visto che ha sfondato il box-office, battendo pure il sequel degli Avengers. Inoltre, vi pare che lo scienziato giapponese va via così senza spiegazioni? VOTO:2,5 / 5 (ma se adorate i dinosauri, date pure mezzo punto in più). 

MAPS TO THE STARS

L'ultimo Cronenberg, come dicevo in quelle poche parole che ho speso per Cosmopolis, non mi piace un granchè. Sembra uno che sputa nel piatto dove mangia, affermando che l'horror non lo soddisfa più, e che i cinecomix sono la rovina del cinema. Sarà stato bello Cosmopolis, allora con Robert-ho2espressioni-Patterson che cazzeggia per due ore nella limousine. Quindi potete immaginare cos'avevo nella testa prima di vedere questo Maps to the stars. Eppure, è andata bene. Abbiamo un cast di tutto rispetto, che comprende John Chusak e Julianne Moore (e Patterson di nuovo, ok, ma in un ruolo più piccolo...anche questo in limo...). La trama è tutta ambientata nei quartieri alti, si parla di Hollywood, e di come siano "strani" tutti quelli che ci lavorano. Un moccioso di dodici anni che assolutamente non parla come uno di dodici anni, che riflette troppo, e che sperimenta cose un pò troppo in là per un bimbo della sua età. La Moore nei panni di un attrice perennemente sull'orlo di una crisi di nervi, viste le visioni del fantasma della giovane madre che la prende in giro, poichè deve fare il remake di un suo film, nella sua stessa parte. E poi c'è la trama principale, di una ragazza rilasciata da un istituto di cura mentale, in quanto da giovane ha dato fuoco alla casa con dentro i genitori e il fratellino, senza uccidere nessuno, ma riportando ustioni solo su se stessa, e che adesso cerca di rifarsi una vita rintracciando i genitori. Senza svelare altro, Maps to the star è un film che parla di attori, di quanto sono difficili, di come devono aggrapparsi alle stronzate per quanto sono annoiati (la scena della roulette russa, ne è un chiaro esempio), di come ci sia solo invidia, e mai compassione, ma sotto sotto, si parla anche di altro: ci sono un paio di fantasmi, che vivono probabilmente solo nella mente malata dei vari protagonisti, e si parla anche di incesto, di come una famiglia sia in realtà molto più fragile e incasinata di quanto non lasci vedere. Dai, posso dire -bravo David- stavolta, e per l'horror non ti preoccupare, da come ho capito hai un figlio che vuole continuare quello che hai iniziato anni fa... VOTO: 3 / 5 

EVERLY

Stavolta Joe Lynch (Chillerama, Wrong Turn 2) abbandona l'horror, e tira fuori un action isterico tutto confinato in un appartamento. Protagonista assoluta è Salma Hayek (la Santanico Pandemonium di Dal Tramonto all'alba di Rodriguez), che dopo aver aperto il film recandosi in bagno completamente nuda, tira fuori le armi e stermina un gruppetto yakuza. I piani alti s'incazzano, piazzano una taglia sulla sua testa e cominciano a mandare ondate di killer, sicari, prostitute, pervertiti e chi più ne ha più ne metta, nell'appartamento. Ma Everly è come un animale in trappola, e come tale, decide di tirare fuori gli artigli. L'unica cosa che gli interessa è rivedere sua figlia, sua madre, metterle in salvo e lasciargli un mucchio di soldi. Il resto non importa. Il film non è assolutamente perfetto, ma è ben ritmato, pimpante, e con un paio di cosette fighe dalla parte della regia. Salma Hayek ormai inizia ad avere i suoi anni, e nonostante se li porta benissimo, sembra che non voglia più contare solo sul suo corpo, come accadeva nei film di Rodriguez (Desperado, C'era una volta in Messico), no, dopo Frida e Il racconto dei racconti, vuole recitare di brutto, e qui ce la mette tutta nei panni di una madre che non ha mai visto la figlia. I risultati non sono ottimi, ma come dicevo, al diavolo, è un exploitation movie uscito dagli anni '70, quindi non possiamo soffermarci troppo su chissà quale messaggio. Si parla di vendetta e redenzione, fine. VOTO: 3 / 5

THE HUMAN CENTIPEDE 3

Tom Six conclude la sua opera, con la full sequence 100% politicamente scorretta. Nel primo film c'era l'inquietante Dieter Laser nei panni di un dottore tedesco, che come nei più classici horror, ospita due ragazze con la macchina in panne, per condurle all'orrore, con la bizzarra idea di cucirle entrambe insieme a un giapponese tramite il buco del culo e la bocca, tagliando i legamenti al ginocchio e creando un millepiedi umano. Perchè??? Perchè no!!! Nel secondo, c'era il PIU' che inquietante Lawrence Harvey, che lavora come custode in un parcheggio, guardandosi tutto il giorno il primo film (esatto, il primo Human Centipede), sviluppando un amore morboso per l'idea di creare anche lui il millepiedi umano. Più introspettivo e meno slasher del primo film, girato in bianco e nero, si concentra tutto sul suo protagonista, completamente pazzo, sulla sua vita, con una madre-zombie e un cesso di casa, e le sue ossessioni, con un millepiedi sotto vetro e un album di ritagli. Si finirà davvero nel horror più spinto, creando un millepiedi umano composta da un sacco di persone, con il piccolo dettaglio che Martin (Harvey) non è un chirurgo, e farà quindi un gran casino! Bhè, lasciatemelo dire, nel terzo capitolo, si cambia ancora registro. Ci sono entrambi, sia Dieter Laser, che Lawrence Harvey, il primo è direttore di un carcere, e il secondo il suo notaio. Penso di non aver mai visto un carcere così incasinato. Boss (Laser) è completamente schizzato, 100% nazista, parla (anzi URLA) prolungando ogni parola, usa la segretaria esclusivamente per i pompini, e intende castrare tutti gli ospiti del suo carcere, perchè secondo lui, è la soluzione migliore. Poi arriva il prossimo candidato alle elezioni presidenziali, Eric Roberts, che gli da una settimana per ottenere dei risultati, e sarà l'inizio della fine. Scoppieranno rivolte, caos, violenza. Il piano di Boss non va bene, e allora ci pensa il notaio, grande fan dei precedenti Human Centipede. Perchè creare il millepiedi umano tra tutti i carcerati, nutrendoli con soluzioni per endovena, e lasciandoli cagare in bocca tra di loro, è un deterrente ottimo per diminuire la criminalità. Spese dimezzate, niente più letti, niente più cibo, niente risse, e per di più quando sono rilasciati rimarrà solo qualche piccola cicatrice sulla bocca e nullapiù. E per i detenuti carcerati a vita? non vi tolgo la sorpresa. Il terzo Human Centipede è un film completamente diverso dai primi due, è un exploitation movie a tema carcerario, ricco di parolacce, violenza e fottutamente divertente. Il merito, più che altro, è tutto di Dieter Laser, che raggiunge un nuovo livello di schizofrenia, arrivando a strozzare un detenuto castrato, per poi rianimarlo, per poi strozzarlo di nuovo. Va detto anche che se parlava normalmente, invece che urlare prolungando ogni parola, il film durava un quarticello in meno. Anche il regista Tom Six viene convocato nel carcere per capire se le operazioni dei suoi film possono esser eseguite nella realtà, in un cameo più che divertito. Se vi son piaciuti i due film precedenti, questo è ottimo per concludere la trilogia. VOTO: 3,5 / 5 

JOHN WICK

Keanu Reeves in un ruolo d'azione è sempre gradito, vuoi perchè immortalato a vita come l'eletto nella trilogia di Matrix, vuoi perchè Man of tai chi mi aveva coinvinto tantissimo...eppure questo John Wick lascia il tempo che trova. Lui è questo Sig.Wick, un tipo riservato che ha perso da poco la moglie, e si ritrova con un cucciolo di cane con i classici occhioni dolci da cartone animato. Bhè, mettiamola così, i primi 10 minuti di film sono concentrati tutti verso il cane, in modo che il pubblico si affezioni il più possibile a lui. E funziona, all'inizio non sà nemmeno come dargli da mangiare o dove farlo dormire, ma pian piano subentra l'affetto, il cane verrà a dormire nel letto col padrone al posto della moglie, gli farà da sveglia e così via. E' normale che John Wick metterà al primo posto quel cane tra le cose che tiene di più. Ma al secondo, c'è la sua auto. E quando un gruppo di delinquenti figli di papà gli chiedono di vendergli l'auto e lui declina l'offerta, se li troverà dentro casa la notte stessa. Pesteranno lui, gli ruberanno la macchina, e già che ci sono gli uccidono il cane. Così, senza nessun motivo. I restanti 90 minuti sono tutte sparatorie impossibili, dove Keanu Reeves si rivela questo spietato serial killer che aveva seppellito le armi sotto casa solo per l'amore della moglie. In molti cercheranno di farlo ragionare, ma non ci sarà verso, la vendetta va consumata, e forse non sà nemmeno lui il perchè. Il brutto di John Wick, è che oltre ad essere scontatissimo, diventa presto noioso. Dopo la sparatoria nella discoteca ne segue un altra. e un altra. e un altra. Cambia solo lo scenario, che sia una strada, un albergo, una chiesa, un cantiere, ma vediamo le stesse identiche cose. Non ci sono frasi brillanti che rimangono in mente, non c'è una sceneggiatura solida, e nemmeno coreografie pazzesche alla John Woo. Sul piano degli attori poi, ci sono delle piccole parti per John Leguizano e Willem Dafoe, attori fantastici, ma anche loro, completamente sprecati. E nelle musiche, non una, ma ben tre volte viene proposta Killing Strangers di Marilyn Manson, in tutte le versioni possibili, instrumentale compresa. La conclusione: John Wick doveva durare 20 minuti di meno, fornendo uno spessore psicologico più ampio per tutti i personaggi, e non mafiosi russi tagliati con l'accetta. Avrebbe completato il tutto una regia più frenetica, accompagnata magari dalle coreografie di yuen wo ping. Si, forse sarebbe stata una cazzata, ma tenere una storia del genere sul serio, come capite, non è stata una gran mossa, e se lo è stata, a me non è piaciuta. VOTO: 2 / 5  

AREA 51

Ma bravo Oren Peli. Da programmatore di videogiochi, a creatore del film sfracellabotteghino del 2009. Parliamo di Paranormal Activity, un film che NON è un film, in quanto non presenta regia, non presenta montaggio, cacchio non ha nemmeno una colonna sonora. Eppure ci sono tre sequel, due spin-off e chissa cos'altro. Di brutto c'è che ha rilanciato la moda del Point of View, che negli ultimi anni si sono moltiplicati in maniera esponenziale, di buono c'è che con i soldi raccolti, ha prodotto l'ultimo film di Rob Zombie, le streghe di Salem. Ma torniamo a noi. Area 51 è l'ultima fatica di Peli. Fatica per modo di dire, visto che non deve essersi scervellato troppo- si tratta di un altro POV, dove alcuni ragazzi hanno la brillante idea di entrare nell'area 51. E impiegano ben 50 (CINQUANTA) minuti per pianificare come entreranno, ovvero usando tute termiche per annullare il calore corporeo, alcuni visori notturni e una tessera rubata ad un professore che ci lavorava. Nell'ultima mezz'ora (forse) si smuove qualcosa, e iniziano a scendere, e scendere...non vi dico cosa succede, ma è piuttosto scontato. Finale che, come al solito, mostra il meno possibile, et voilà, il pubblico di nuova generazione che adora queste prese per il culo è di nuovo soddisfatto. Io, in tutta sincerità, mi sono rotto un pochino, e voi? VOTO: 1,5 / 5

ZOMBIE SELF DEFENSE FORCE

Non sò se devo dedicarci un post a parte, ma lo scorso mese, a Falconara una videoteca ha cessato l'attività. Di conseguenza, si è sbarazzata di un sacco di dvd e bd. Io e la mia ragazza ne abbiamo preso un bel pò, alcuni che cercavamo da un pezzo, altri invece, essenzialmente a scatola chiusa, solo per avere qualche titolo nuovo per passare il tempo. Ebbene, Zombie Self Defense Force, è uno di quelli. La mia ragazza lo aveva già visto, e a tutti costi, voleva che gli davo un occhiata anch'io. Ne è valsa la pena. Il film si apre con un lungo discorso verso il Giappone e il loro passato bellicoso, di come sia contrapposto all'America, e quando in effetti inizia a farsi noiosetto, mi tirano fuori George Romero. Non scherzo. Poi parte il film. Un Ufo realizzato con after effects si schianta vicino al monte Fuji (credo sia quello, almeno), e i morti improvvisamente si rianimano. Nel mezzo succedeva di tutto: dei soldati che facevano un esercitazione, una modella che faceva un servizio fotografico, uno yakuza che seppelliva un cadavere, un ristoratore in preda ad una crisi familiare...in mezzo a tutto questo i morti viventi si presentano e iniziano a decimare i vari gruppetti, che si riuniranno in una casa dando via all'assedio alla Romero, appunto. La recitazione è quella che è, e gli effetti digitali fanno sorridere da quanto sono dozzinali. Quelli splatter invece, sono fighi e basta. Nell'ultima parte si prende una piega un pò folle, "alla Nishimura" per intenderci, ma nemmeno troppo. Ci infilano dentro un cyborg e un alieno, ma evidentemente non avevano davvero i mezzi per mostrarceli come si deve, ma almeno fanno sorridere (specie il secondo). In conclusione, un trashata assurda, che cita di tutto, da il giorno degli zombi a splatters gli schizzacervelli. Pessimo per chi cerca vero cinema, ma assolutamente da vedere per tutti coloro che hanno imparato a idolare la spazzatura. VOTO: 2,5 / 5

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